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Panasonic non si trova in buone acque, con una importante perdita segnata per la fine dell’anno finanziario che si aggira intorno ai 9.7 miliardi di dollari.
Per cercare di invertire la situazione negativa, si è deciso di ridistribuire drasticamente la filiera produttiva che riguarda i device mobili, fin’ora coperta al 50% dalle fabbriche presenti sul territorio giapponese, portando così l’azienda nipponica ad essere la prima compagnia del Paese a produrre tutti i suoi cellulari all’estero.

Secondo le testate economiche del Sol Levante, la produzione dalla fabbrica di Shizuoka, che garantiva quasi la metà degli output dell’azienda, verrà spostata tra Pechino e la Malesia, affidando inoltre alcuni processi a produttori d’oltremare.

Panasonic si è infatti ritirata dai mercati europei e statunitensi nel 2005, ma prevede con questa mossa di reinserirsi nuovamente in queste aree, introducendo nuovi modelli di smartphone in Europa e sperando così di triplicare le vendite di device (attualmente attestate a 5 milioni di pezzi) arrivando a 15 milioni  di unità entro l’anno fiscale 2015/16, recuperando entrate economiche grazie agli acquisti provenienti dai paesi occidentali.

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