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Un anno fa Zuckerberg stimava in quasi 4 miliardi il numero di contenuti pubblicato, ogni giorno, dagli utenti Facebook: suddiviso tra foto, video e post. E quando nel 2010 è iniziato il progetto Facebook Stories, nessuno sapeva esattamente quale direzione avrebbe preso.

Il sito dedicato all’iniziativa è stato lanciato ufficialmente ieri pomeriggio con la prima serie di contenuti pubblici: 10 storie racontate e raccolte dagli utenti Facebook in giro per il mondo. Una  raccolta che quest’anno ha avuto come tema della prima edizione “il ricordo”, ed al quale persino la rivista The New Yorker ha offerto dei contenuti.

Con l’introduzione della Timeline poi, che sarà obbligatoria per tutti i profili utente nel mondo dall’autunno di quest’anno, ognuno potrà costruire il proprio “diario di una vita” online; partendo dalla propria data di nascita, realizzando un mosaico con le proprie foto declinato nel tempo. Una “struttura” che faciliterà ancora di più l’utente che volesse, attraverso l’applicazione dedicata, inserire la propria storia nel progetto “Stories”.

Ora che Facebook ha reso pubbliche le prime dieci storie, si è capito che una delle future declinazioni del social network sarà la raccolta di contenuti “locali” condivisibili su scala mondiale.

Non si tratta solo del trionfo dello storytelling, come avviene per le “storie sponsorizzate” dei brand, ma del passaggio al pubblico per definizione: dove ogni storia o causa locale può essere elevata (con il giusto contributo di senso) a contenuto comune. Dall’apprezzamento dimostrato finora dagli utenti, il progetto pare collocarsi già su un trend superiore a quello di Google Search Stories e Twitter Stories.

Non è da escludere che in futuro, un progetto come Facebook Stories possa evolversi in un progetto editoriale autonomo, frutto dei contenuti generati dagli utenti su scala mondiale. Una rivista mondiale, che per ora offre già mensilmente contenuti agli utenti che hanno attivato l’applicazione.

Mario Melillo
SCRITTO DA Mario Melillo

Consulente per il marketing e la comunicazione d’impresa, scrive per TechEconomy2030 e collabora con la Fondazione per la Sostenibilità Digitale....

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