C’è una parola francese, “débrouillardise” che vuol dire principalmente “essere autosufficiente”, ma è anche “uno” che si sa districare da problemi, difficoltà, cose mischiate insieme. Nelle ex colonie francesi a questo è stato dato il nome di “System D” che sta proprio ad per indicare l’economia dell’autosufficienza, o del fai da te. È tradizionalmente noto come l’economia informale, l’economia sommersa, il mercato nero. Già il nome ne dà una connotazione assolutamente negativa, ma è proprio così? Facciamoci un ragionamento. Questa è un’economia completamente aperta fruibile da tutti, senza complicate modalità di accesso. Tutto questo avviene in modo aperto e trasparente. Non c’è nulla di sommerso. Sommerso è solo il nostro pregiudizio. L’open source è uno degli ultimi esempi di questa economia sommersa che ora invade (ancora per poco, purtroppo) il mercato.
Purtroppo i governi (tutti) non amano questa economia, anzi con il mantra dell’ordine, delle regole e della tassazione continua provano continuamente ad ostacolarne lo sviluppo o di bloccarne l’espansione con la “forza” delle leggi che prendono il nome di ordine pubblico, regole sanitarie, repressione del contrabbando, imposizioni di tasse e …Il tutto per regolamentare e inquadrare l’economia verso la “normalità”.
Qualche dato. Siamo tutti concentrati sull’economia “alta”, di lusso quella che viene stimata in un giro d’affari di 1.300 miliardi di euro. Un incredibile ammontare di soldi. Difficile legarlo a qualunque idea materiale. E’ tre volte il PIL della Svizzera, ma neanche questo ci permette di farcene un’idea, seppur di massima. Proviamo da un altra angolazione, questo incredibile volume di denaro esclude i due terzi della popolazione dei lavoratori nel mondo. In pratica questa economia esclude 1.8 miliardi (1.800.000.000) di lavoratori, in pratica quelli che in tutto il mondo lavorano nell’odiato sommerso. Che cosa vuol dire? Se questi si unissero a formare un unico paese “Resina country” questo diverrebbe, con un valore di 9.500 miliardi di euro all’anno, la seconda economia al mondo dopo gli Stati Uniti.
Perché tanto odio, tanta avversione, tanta persecuzione?
Dalle mie parti c’era un mercato open molto famoso (Resina), fatto di centinaia di bancarelle che andavano dal recupero di indumenti, alle lampadine, a piccoli lavori di falegnameria, riparazioni al volo di radio, apparecchie elettrici, orologi, penne, alla vendita di prodotti locali, cassette pirata, sigarette di contrabbando, occhiali americani riciclati (i famosi Ray-Ban), alle rosticcerie piene di prodotti lavorati al momento (oggi si chiamano a KM 0). Un gran caos e disordine pieno di vitalità dove ognuno (compratore e venditore) trovava il suo spazio. Come quello di Resina in giro se ne trovavano decine e decine di mercati del genere e ognuno di noi aveva la sua preferenza. E non solo dalle mie parti. Ogni volta che ne parlo in giro, ogni volta qualcuno mi mette a parte del suo mercatino. Questo era il mercato sommerso. Cose legali e cose illegali assieme, non è certo un mondo perfetto: quello esiste solo nei modelli dei nostri economisti. Qui si vedeva anche una differenza e una possibile convivenza tra chi aveva i soldi e comprava gli originali e chi non se lo poteva permettere e comprava le copie (e comunque per buona pace dei marchi questo è un consumatore che mai avrebbe comprato un originale). Molto spesso chi comprava le cassette originali faceva una capatina per capire la tendenza, qual era la musica e il cantante che spopolava. Se era lì era una garanzia di un prodotto di qualità. Scusate la parola qualità non era ancora così popolare. Un prodotto di successo. L’economia informale sapeva e sa bene cosa la gente cerca e sa farglielo trovare, non ha bisogno di sconti per vendere la merce che altrimenti non riuscirebbe a piazzare. Lo sconto è la dimostrazione dell’incapacità a soddisfare il cliente con una richiesta puntuale. Il cliente lo sa e aspetta.
La vista di ognuno di noi (la gente) è regolata da un contratto con il proprio “governo”, e se il governo non è trasparente, non lo sarà nemmeno la gente.
Allora è molto facile dare sempre la colpa al cittadino che non paga le tasse, e massacrare l’economia informale accusandola di cose nefaste e di distruzione di valore. C’è stata una società (Stealth of Nations: The Global Rise of the Informal Economy di Robert Neuwirth ) che ha pagato 4000 tangenti nel primo decennio di questo millennio, e un milione di dollari in tangenti ogni giorno lavorativo, in tutto il mondo (questa si che è globalizzazione). Questa società è il gigante tedesco dell’elettronica Siemens. Quindi, questo accade sia nell’economia formale strutturata e fondata su regole e codici etici sia nell’economia informale, allora forse
non bisogna colpire nessuno né Siemens né l’economia informale.
Ogni volta faccio un check e chiedo cosa c’è oggi al posto dell’open mercato? La risposta è sempre uguale: “Una strada pulita e organizzata”. In pratica è ritornato l’ordine. Il caos, l’auto organizzazione fa paura. Asfalto. E così si asfaltano sogni, economie e possibilità di sviluppo indipendente fuori dalle regole. Mentre sono tollerate le infrazioni alle regole delle grandi multinazionali: quelle sono in nome del progresso. La capacità di evolvere in maniera spontanea, fa paura ai politici e agli economisti. Meglio una strada pulita e ordinata con qualche semaforo a fare un po’ di colore.
Wal-Mart è il principale cliente della Procter & Gamble . Infatti, Wal-Mart acquista il 15% dei loro prodotti, ma (meraviglia!!) il suo principale segmento di mercato sono i cosiddetti “negozi ad alta frequenza”, le bancarelle in giro per il mondo quelle dell’economia informale, del system D. Il 20% del fatturato della Procter & Gamble proviene dalla strada, dall’open market ed è l’unico in fase di crescita. Non vi sembra che l’open source, la vera economia informale della tecnologia, sia la prossima da asfaltare?
Speriamo di no!