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Le start-up dedicate alla sicurezza informatica sono diventate l’ultima passione per gli investitori della Silicon Valley  che hanno invaso il settore di investimenti per sostenere la ricerca di tecnologie per combattere i criminali online. Ad analizzare il fenomeno è il Financial Times che sottolinea come il finanziamento per le fasi iniziali del settore è salito quasi del 60% lo scorso anno. Il che vuol dire una montagna di soldi per queste giovani imprese che spesso hanno solo un piccolo numero di dipendenti.

Il boom degli investimenti in società di sicurezza informatica è, evidentemente, la risposta alla crescente criminalità informatica oltre che ai recenti attacchi di alto profilo  che hanno visto aziende importanti, come ad esempio Adobe, finire nel mirino dei criminali.

Ted Schlein, partner di Kleiner Perkins Caufield Byers, società di venture capital della Silicon Valley, dice che c’è stato un “enorme cambiamento mentale” nelle aziende che sono sempre più disposte a spendere per la sicurezza informatica. Schlein conferma quello che è un trend da più parti visto in crescita, ovvero quello del cambio progressivo di strategia da parte dei “cattivi”: “sono stati più intelligenti, meglio finanziati e i buoni dovranno tenere il passo”.

Ma perché la corsa alle startup? E’ ipotizzabile che difronte alla realtà dei fatti, in cui la “tradizionale” lotta contro i criminali informatici con software antivirus e firewall non sono riusciti a mantenere al sicuro le aziende, le start-up che sperimentano nuove idee siano state accolti a braccia aperte dal settore del venture capital.

SCRITTO DA redazione

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