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La sostenibilità non è il fine della trasformazione digitale, ma un principio strutturale e abilitante, e lo stesso vale per la cybersecurity, tema che ha con la sostenibilità una forte interconnessione. Ne è convinta Gyala, vendor di sicurezza che sviluppa soluzioni di cyber security modulari, scalabili e personalizzabili che, nell’ambito del proprio impegno nel campo della sostenibilità digitale, ha deciso di entrare a far parte del network della Fondazione per la Sostenibilità Digitale.

A parlarci di questa nuova partnership, e della visione dell’azienda tra innovazione, sicurezza e sostenibilità, è Carmine Caretta, CFO e HR Manager di Gyala e nuovo membro del Comitato di Indirizzo della Fondazione: dopo la laurea in Economia all’Università Sapienza di Roma, la sua voglia di conoscenza e di accrescimento della propria esperienza lo portano a ricoprire diversi ruoli operativi e gestionali in diversi comparti aziendali, con un focus particolare nella Finance e gestione del personale. Dal 2022 ricopre il ruolo di CFO e HR Manager in Gyala, dopo un’esperienza di oltre 15 anni in Interconsulting, società di Ingegneria del software per il mercato della Difesa.

La sicurezza come fondamento della sostenibilità digitale

Per Gyala, sostenibilità significa anzitutto responsabilità nell’uso delle tecnologie digitali. “Siamo un vendor italiano di cybersecurity che sviluppa soluzioni modulari e altamente scalabili, capaci di adattarsi al contesto operativo reale“, ha spiegato Carmine Caretta. La sostenibilità, per noi, è garantire la resilienza delle infrastrutture IT e OT senza sprechi di risorse umane, energetiche o computazionali, favorendo un approccio data-driven e automatizzato alla gestione degli incidenti. Una visione, quindi, che non si limita alla sola efficienza ambientale, ma si estende alla progettazione stessa delle soluzioni digitali: “concepiamo la sostenibilità non come un’appendice etica, ma come un principio strutturale di progettazione e innovazione tecnologica: proteggere senza sovraccaricare, garantire la continuità senza sprechi e abilitare l’innovazione senza compromessi sulla sicurezza“.

Ed è da questa visione che, per l’azienda, assume un significato strategico il tema della sostenibilità digitale: “per noi è il bilanciamento tra innovazione tecnologica, sicurezza e continuità dei servizi”, ha continuato. La sostenibilità, nel nostro campo, non si limita alla riduzione dell’impatto ambientale – assolutamente importante – ma si estende anche alla capacità di poter offrire alle organizzazioni una tecnologia che gli permetta di resistere agli attacchi cyber, senza interrompere i propri processi critici, proteggendo persone, dati e infrastrutture. Un’architettura IT/OT resiliente è una condizione imprescindibile per uno sviluppo digitale sostenibile: senza sicurezza, la trasformazione digitale diventa fragile”.

In altre parole, oggi non esiste sicurezza senza sostenibilità, così come non esiste sostenibilità senza sicurezza. “La nostra esperienza nei settori più critici, dalla difesa nazionale alle utility energetiche, passando per il mondo sanitario e industriale, ci ha insegnato che la disponibilità continua dei servizi e la riduzione del rischio sono elementi cardine per qualunque strategia di trasformazione digitale. Siamo convinti che ogni intervento tecnologico debba essere progettato per durare nel tempo, essere manutenibile, integrabile e, soprattutto, accessibile in termini di risorse necessarie. Vogliamo abbracciare e portare avanti la visione di semplificare, automatizzare e rendere più utile al paradigma della sostenibilità anche la cyber defense”.

Cybersecurity e Sostenibilità Digitale, una convergenza sottovalutata

È proprio questo approccio che ha spinto Gyala ad entrare a far parte del network della Fondazione per la Sostenibilità Digitale: l’obiettivo, come sottolineato ancora da Carmine Caretta, è quello di rafforzare il dialogo interdisciplinare, e contribuire alla comprensione del profondo legame che intercorre tra sostenibilità e cybersecurity.

Abbiamo scelto di aderire alla Fondazione per la Sostenibilità Digitale perché crediamo in un approccio a tutto tondo: la cybersecurity è un elemento troppo spesso trascurato nelle agende di sostenibilità digitale, e vogliamo contribuire ad accendere i riflettori su questa convergenza strategica. Entrare nel network ci permette di dialogare con altre realtà impegnate nello stesso obiettivo ma su mercati, terreni e dinamiche diverse e questo ci aiuterà a comprendere meglio come possiamo migliorare, ad accelerare la nostra esperienza e, magari, a dare un contributo ai numerosi progetti che hanno un impatto reale su pubbliche amministrazioni, imprese e cittadini“.

Verso una nuova cultura della sicurezza

Secondo Gyala, quindi, sostenibilità e sicurezza informatica sono due dimensioni interdipendenti e fondamentali per lo sviluppo digitale. “La sostenibilità digitale, intesa come capacità di mantenere nel tempo un sistema tecnologico sicuro, equo, resiliente e funzionale, non può prescindere da una cultura della protezione del dato, della continuità operativa e della riduzione del rischio sistemico“.

Da qui nasce l’impegno nel promuovere una cultura della sicurezza, che non sia solo tecnica ma anche strategica e organizzativa: un cambiamento rispetto al quale Gyala intende essere parte attiva. “La cultura della sicurezza non è solo un tema tecnico, ma prima di tutto un tema culturale, organizzativo e strategico. Non è un’esigenza emergenziale da affrontare a posteriori, ma una condizione abilitante per qualunque processo di innovazione sostenibile. La diffusione di questa consapevolezza richiede una trasformazione culturale profonda e noi vorremmo contribuire non solo con competenze tecnologiche, ma anche con un impegno nel divulgare conoscenza, promuovere modelli operativi virtuosi e sostenere una nuova alfabetizzazione alla sicurezza“.

Un esempio concreto, in questa direzione, è rappresentato dalla ricerca Sostenibilità e Cyber Security, realizzata in collaborazione con la Fondazione per la Sostenibilità Digitale. “Questa ricerca sta rappresentando per noi un vero strumento strategico e operativo: è fondamentale non solo per ciò che racconta, ma soprattutto per come cambia il modo in cui guardiamo all’innovazione digitale”, ha sottolineato Carmine Caretta. “Inquadrare la cybersecurity in una prospettiva di sostenibilità ci ha portato ad andare oltre la visione tecnologica e settoriale della sicurezza, per riconoscerne il valore sistemico, abilitante e strategico.

Ha, per noi, il merito di aver messo davanti al nostro sguardo la connessione tra discipline e stakeholder tradizionalmente separati: ingegneria, informatica, sostenibilità ambientale, diritto, organizzazione del lavoro. È solo da questo tipo di contaminazione che possono nascere modelli di innovazione realmente trasformativi e inclusivi“.

Lorenzo Maria Papale
SCRITTO DA Lorenzo Maria Papale

Dottore in Comunicazione e Marketing, impegnato nella ricerca come Staff della Fondazione per la Sostenibilità Digitale. Redazione di TechEconomy20230.

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