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Verso gli Stati Generali della Sostenibilità Digitale 2025: l’incontro della community alla Centrale dell’Acqua di Milano

Continua, carico di energia e nuove visioni, il percorso di avvicinamento all’edizione 2025 degli Stati Generali della Sostenibilità Digitale. Proprio giovedì pomeriggio, infatti, si è svolto uno dei tradizionali incontri intermedi della community costituita, nel 2022, dalla Fondazione per la Sostenibilità Digitale: l’evento, organizzato – grazie all’ospitalità di MM Spa, socio sostenitore della Fondazione – nella suggestiva cornice della Centrale dell’Acqua di Milano, è stato non solo l’occasione per presentare la prossima edizione degli Stati Generali, ma anche per affrontare temi centrali che plasmeranno il futuro delle politiche digitali e della sostenibilità.

Nuovi ingressi

Questi momenti di incontro e confronto sono importanti perché danno concretezza al percorso della Fondazione per la Sostenibilità Digitale. In questo momento storico è importante condividere spunti, idee e soluzioni concrete per fare assieme del digitale uno strumento di sostenibilità”, ha detto il padrone di casa, Francesco Mascolo, CEO di MM Spa, in apertura dell’evento, che ha continuato dicendo che “è importante che la sostenibilità digitale diventi un tema prioritario per i CEO delle aziende che compongono la Fondazione, con i quali vorrei farmi promotore di un tavolo di lavoro dedicato”.

Il network di aziende partner della Fondazione, per altro, continua ad arricchirsi con importanti nuovi ingressi: come quelli di Gyala ed E.ON Italia, presentate alla community proprio in apertura dell’incontro. “Sicuramente un aspetto su cui è necessario lavorare ancora è quello della consapevolezza, sia dei consumatori che talvolta delle aziende”, ha sottolineato Daniela Leotta, Chief Strategy, Sustainability and Communication Director di E.ON Italia. “Ci sono segnali positivi: la Gen Z e i Millenials sono più informati, più attenti e anche più a proprio agio con gli strumenti digitali, ma c’è ancora tanta strada da fare. Anche nelle aziende, la tecnologia è spesso vista solo come driver di efficienza o business. Serve invece una visione più ampia, che riconosca anche i benefici ambientali e sociali dell’innovazione. Deve essere un’innovazione di scopo e di impatto su tutti questi aspetti, perché è proprio lì che si gioca la sostenibilità digitale”.

La sostenibilità digitale è la capacità di costruire un ecosistema digitale che duri nel tempo, senza consumare più di quanto restituisce”, ha spiegato Nicola Mugnato, CTO e Founder di Gyala. “Non si tratta solo di ridurre l’impronta energetica del cloud o spegnere i server inutilizzati. È molto di più. Significa progettare tecnologie che siano efficienti, sicure e inclusive, che non obblighino le aziende a cambiare tutto ogni due anni, ma le aiutino a valorizzare ciò che hanno. Sostenibilità digitale è fare bene le cose, con intelligenza e visione”.

La Geopolitica del Digitale

Nel proseguo dell’incontro, importante il contributo, sul tema della “Geopolitica del Digitale” – che lui preferisce definire, semplicemente, relazioni internazionali – di Giulio Sapelli: professore ordinario di Storia Economica all’Università degli Studi di Milano ed ex Docente alla London School of Economics, nonché uno dei più autorevoli economisti e storici italiani.

Frutto della sua vasta esperienza – che unisce il rigore accademico alla visione aziendale – il suo intervento ha affrontato questioni oggi cruciali, legate alle scelte strategiche che i leader aziendali sono chiamati a compiere per gestire la digitalizzazione e l’innovazione in un contesto globale sempre più segmentato.

L’ordine internazionale sta profondamente cambiando: in sintesi, si potrebbe dire che è finita quella che, per molti anni, è stata chiamata l’era della globalizzazione”, ha spiegato Giulio Sapelli. “Oggi, infatti, siamo in un periodo storico che rappresenta il ritorno ad una concezione delle relazioni internazionali fondate sul conflitto. Adesso, le risorse tecnologiche, le terre rare, diventeranno anch’esse terreni di conquista, ed è un cambiamento radicale: in questo contesto, il compito dei dirigenti aziendali sarà quello di anticipare i pericoli che possono venire da questa rottura delle relazioni internazionali”.

La sostenibilità dell’AI

Ampio spazio poi, nel corso del pomeriggio, al tema dell’Intelligenza artificiale. A partire dal contributo di Kurt Hilgenberg, professionista con una formazione internazionale e una carriera che unisce esperienze di leadership in aziende iconiche – da Olivetti a Mondadori – a un impegno accademico di lungo corso al Politecnico di Berlino, dove insegna Media Sciences. Più nel dettaglio, il suo intervento ha evidenziato i punti di contatto tra Etica e Normativa in tema di IA, approfondendo come, da un lato, questa tecnologia apra nuove possibilità di progresso, ma dall’altro sollevi interrogativi profondi su responsabilità, trasparenza, tutela dei diritti e ruolo delle normative.

Applicato all’Intelligenza artificiale, il diritto ci protegge dalla morale ma necessita, al contempo, di una precisa contestualizzazione dell’ambito in cui viene applicato”, ha sottolineato Kurt Hilgenberg. “Sul tema dell’etica dell’intelligenza artificiale occorre poi evidenziare alcuni aspetti critici: tra questi, l’ambiguità sistematica tra macchine e umani, ma anche come e in che termini le macchine possano avere una responsabilità etica laddove l’algoritmo non ha normativa in sé”.

Su questo tema, poi, un momento di grande importanza è stato la presentazione in anteprima, a cura dell’Avv. Giovanni Battista Gallus, membro del Comitato Scientifico della Fondazione, del Framework per la definizione di AI Policy per il personale d’azienda, sviluppato all’interno del Gruppo di Lavoro sull’Intelligenza Artificiale costituito dalla Fondazione: un contributo importante, questo, per tutte le realtà che sono alle prese con le sfide e le opportunità legate all’adozione responsabile dell’AI nei contesti organizzativi.

Nel quadro del Manifesto per la Sostenibilità Digitale dell’Intelligenza Artificiale, abbiamo pensato di individuare un aspetto concreto che riguarda le aziende, vale a dire la definizione di un framework per la realizzazione di policy per la gestione dei sistemi di intelligenza artificiale, incorporando i principi fondamentali, anche giuridici e tecnici, del Manifesto, in coerenza con il regolamento sull’IA”, ha spiegato l’Avv. Gallus. “Il primo deliverable che vogliamo rilasciare è un framework finalizzato a definire le policy per i dipendenti: infatti, sebbene l’implementazione dell’AI Act sia ancora in corso e manchino ancora alcuni aspetti, il problema di oggi è capire come regolare, e quali indicazioni dare, al dipendente che utilizza, anche spontaneamente, l’intelligenza artificiale”.

Lorenzo Maria Papale
SCRITTO DA Lorenzo Maria Papale

Dottore in Comunicazione e Marketing, impegnato nella ricerca come Staff della Fondazione per la Sostenibilità Digitale. Redazione di TechEconomy20230.

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