È quella robina lì. Quella fotina o immaginetta che comparirà in capo alla vostra pagina di Twitter, o su Facebook. E poi vi perseguiterà, perché si materializzerà anche di lato in tutte le chat, i dm di Twitter. Dove ci sarete voi, sbucherà anche lui: il vostro avatar, ovvero il “te stesso” che sarà la vostra immagine su internet.
Si vede di tutto, negli avatar: personaggi dei fumetti, immagini di bimbi sorridenti anche se il proprietario ormai ha superato abbondantemente la soglia degli anta, divi del cinema, Simpson e foto “simpsonizzate”, maliarde che sembrano uscite da un calendario, pose da top model o autoscatti al mare imbarazzanti. Finché uno usa i social network solo per diletto personale, e quindi non sono per lui uno strumento di lavoro, va bene tutto: in fondo è un gioco e persino la foto più orribile può risultare simpaticamente goffa. Se però poi il vostro profilo può essere letto anche da colleghi, capi ufficio, clienti e altro, prima di scegliere l’avatar è bene fare un paio di considerazioni.
- No al modello “epigrafe funebre”
Ok, volete dare l’idea che siete seri ed affidabili e sobri. Ma per farlo non serve che scegliate la foto di risulta della carta d’identità, quella in cui nemmeno il doganiere vi riconoscerebbe, tanto il sorriso è tirato e l’occhio da pesce lesso. Altrimenti l’effetto lapide quando uno apre la vostra pagina è assicurato. Investite due euro e, se proprio non avete un amico che vi ha scattato una foto decente in tanti anni di frequentazione, fatevene fare una da un fotografo. - No alla foto di coppia
È la vostra pagina di Facebook, santa pazienza! Mariti/mogli/compagni e amanti si facciano la pagina loro con la loro foto. La foto di coppia nell’avatar comunica insicurezza: o voi volete dimostrare a tutti i costi che siete stati in grado di trovarvi un compagno (e quindi siete fondamentalmente molto insicuri ed ansiosi) o ne avete trovato uno tanto geloso che vi impone di segnalare subito la sua esistenza, e quindi tendenzialmente siete uno/a che accetta tutto, anche un rompiballe, pur di non rimanere solo. Esistono la voci “fidanzato” “sposato” etc. nel menù di Facebook: per segnalare che siete felicemente impegnati con qualcuno bastano quelle. Se invece la vostra dolce metà vi impone di inserirlo/a nella foto del vostro avatar dimostra una patologica mania di controllo, e il possibile datore di lavoro già si domanda quante grane pianterà la prima volta che vi viene proposto un viaggio o un periodo lontano da casa. Pessima impressione, insomma. - No alla foto da maliarda (o maliardo)
Soprattutto se ritoccata pesantemente con Photoshop.
Tanto poi vi vedono dal vero. Per le donne, no alla posa da calendario sexy. Tenete conto che è il vostro biglietto da visita, non è il caso di farvi vedere subito in bikini o in mutande. A meno che non aspiriate a lavori che lo prevedano. Nel qual caso, ok. - No alla foto sciatta e a quella troppo patinata
La foto sciatta non comunica, come credete voi, che ve ne fregate delle apparenze, ma solo che non sapete scattare o scegliere una foto ben fatta; quindi lasciate stare quelle sfocate, scentrate o semplicemente brutte. Se vi piacciono mettetele in qualche album. Allo stesso modo, no alle foto troppo professionali, a meno che non siate un modello/modella o uno che lavora nello spettacolo. Una foto “decente” e normale, o sembrerete uno che si candida perpetuamente ad entrare al Grande Fratello. - No alla foto presa mentre eravate alla festa di carnevale/laurea/Halloween completamente sbronzi e travestiti da Harry Potter.
- No alla foto del divo del cinema preferito
Rassegnatevi, non siete e non sarete mai Audrey Hepburn o Johnny Depp. - No alle foto da neonato
Siete cresciuti, nel frattempo, fatevene una ragione. - Sì alla caricatura, se ben fatta, magari da un amico disegnatore.
- Sì all’autoscatto, soprattutto se l’espressione viene sveglia e spiritosa.
- Sì alla foto “simpsonizzata”
E’ simpatica. Può essere che non piaccia a qualche possibile datore di lavoro, ok. Ma voi andreste mai a lavorare per uno che detesta i Simpson?