ImageImageImageImageImageImageImageImageImageImageImageImageImageImageImageImageImage

Una volta si chiamavano Messaggerie Musicali, oggi si chiama Mondadori Multicenter: è li che giovedì pomeriggio Microsoft ha presentato ai blogger milanesi il nuovo sistema operativo, l’attesissimo Windows 8.

La sottoscritta ha avuto l’inattesa e graditissima opportunità di provarlo in anteprima, o meglio: di spippolarci un’oretta abbondante sotto l’ottima guida di Luca che, se per caso leggerà questo post, ringrazio per la pazienza e simpatia.

Premetto una cosa: sono un utente Mac dopo anni passati con Microsoft, ho usato per un tempo sconsideratamente lungo Windows ME, e per lavoro uso quotidianamente un pc equipaggiato con Windows 7 che in un anno e passa di utilizzo mi ha mostrato la prima blue screen of death soltanto settimana scorsa. Premetto anche che non sono una smanettona in senso stretto: vivo l’accensione quotidiana del mio desktop quasi come una sorta di magia, quindi il mio è un parere da semplice utente.

Detto questo, Windows 8 è un’altra cosa. Se 7 è stato paragonato più volte paragonato a XP per la stabilità del sistema, per il nuovo Windows8 è difficile trovare un paragone con qualcosa di già noto. Microsoft ha portato le Live Tiles – già collaudate su Windows Phone – sul desktop, cambiando profondamente il modo di utilizzare un personal computer.

Io e Luca abbiamo lavorato su un Acer Iconia, un super-tablet-praticamente-un-pc perché dotato – tra le altre cose – di una porta usb che permette di collegarci mouse e tastiera, cosa che su altri tablet (iPad) non è possibile fare. Quello che salta all’occhio è, prima di tutto, la rivoluzione del famoso pulsante Start che, stanco di stare nell’angolino in basso a sinistra, ha letteralmente riempito lo schermo diventando il centro dell’esperienza di Windows 8.

Tutto è a portata di mano: mail, messaggi, fotografie, applicazioni, news, social network: tutti insieme in un’unica vista e esplorabile con un click. Indipendentemente da ciò che si sta facendo, in qualsiasi momento è possibile accedere al pannello di controllo, scaricare applicazioni e sincronizzarle, condividere contenuti, cambiare i settaggi e soprattutto, cambiare account. Questo diventa particolarmente utile quando ci sono più persone a usare lo stesso device: in due mosse si accede a un diverso profilo utente, che mantiene le preferenze dell’utilizzatore e rispetta la privacy di tutti.

Un’altra cosa che è radicalmente cambiata rispetto alle precedenti generazioni è la search: vi ricordate il maghetto di Windows 95? Ecco, dimenticatevene: quella di Windows8 è una search sotto steroidi che vi permette di trovare in pochissimo tempo tutti i documenti che stavate cercando, le foto e i video, ma anche di fare una ricerca tra le applicazioni o direttamente sul Web, risparmiando un sacco di tempo.

E poi c’è il Windows Store, che è già in grado di offrire quasi tutte le app più famose e utilizzate dagli utenti di tutto il mondo, da Skype a Instagram passando per i giochi le utility. Tutto, dalle app ai documenti passando per le foto personali, può essere salvato su SkyDrive, i corrispettivo Windows della cloud di Apple, che rende tutti i nostri file perfettamente accessibili da qualsiasi device del mondo semplicemente collegandosi al proprio account.

Lo scorso giugno Microsoft ha presentato il suo nuovo tablet, Surface. All’epoca un giornalista del Guardian scrisse che la principale differenza tra un iPad e Surface era che il secondo sarebbe stato in grado di sostituire perfettamente un pc, diventando un device adatto al lavoro, alla produzione di documenti e, certo, anche allo svago.

Ecco, pur non avendo messo le mani su Surface ma su un Acer Iconia, ho avuto la stessa sensazione: e cioè non sentire la mancanza di un computer per svolgere le operazioni più complesse.

 

Il tutto però in un sistema operativo intuitivo e facile da usare che, pur molto evoluto, ti fa sentire a tuo agio quanto le care vecchie icone delle precedenti versioni di Windows.

E sì, in caso ve lo steste chiedendo, è cambiata anche la blue screen of death: che ha abbandonato quelle terrorizzanti stringhe di codice e che oggi, per notificare un problema, si affida a una più comprensibile ed empatica faccina triste…

©2025 Fondazione per la sostenibilità digitale

Tech Economy 2030 è una testata giornalistica registrata. Registrazione al tribunale di Roma nr. 147 del 20 Luglio 2021

Powered by DTILab  - Designed by Fattoria Creativa - Developed by EHT