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Lo riconosci, ad occhio, subito. Perché non appena gli parli o anche solo accenni ad internet, lui ti ricambia con uno sguardo obliquo, storce la bocca in una cosa che vorrebbe essere un sorriso di sufficienza ma diventa una smorfia indefinita, e annuisce con fare saputo, come a dire: «Eh, guarda, io so cose che tu…» Poi, con circospezione da James Bond de noantri, dopo averti trascinato in un angolino recondito, sottovoce comincia a spiegarti quelli che lui ha scoperto e tu no. E cioè tutti i trucchi, i complotti, i retroscena che ci sono davvero dietro internet, quella cosa che tu che sei ingenuo usi ogni giorno come se fosse una roba tua, pensata per renderti la vita più facile, e invece no, è un grande Moloch in mano a forze oscure, che si approfittano della tua dabbenaggine.

ebay Ti spiega che lui no, non compra sui siti di commercio on line, perché mica sono siti dove la gente compra degli oggetti: sono dei paraventi per schedarci tutti, controllare i nostri consumi, e dietro e-bay c’è come minimo la CIA. Ti dice che no, i siti della pubblica amministrazione sono il male, perché con la scusa di farti scaricare il modulo senza code controllano cosa fai e dove sei, e ti ciucciano dati a tua insaputa (quali non è dato sapere, visto che tecnicamente le pubbliche amministrazioni li hanno già, ma vabbe’). Non parliamo poi di Facebook e Twitter, che sono il male. E non perché, sia chiaro, sono società commerciali che cercano di profilare gli utenti per venderne i dati ai pubblicitari: no, questo è solo il livello più evidente, quello che viene detto ai gonzi: in realtà sono degli esperimenti dei Governi mondiali per il controllo delle coscienze, dietro a Facebook ci sono i servizi segreti, forse gli alieni, di sicuro gruppi di Massoni e Illuminati assortiti che vogliono arrivare al controllo del mondo globale, pilotano le crisi economiche, anzi le inventano apposta per farti stare di più su Facebook e ciucciarti dati personali.

Il Complottista della Rete ti sconvolge perché in apparenza è una persona normale: è il vicino di casa con cui poti la siepe assieme da anni, la prozia a cui vai a fare la spesa al supermercato, il giovinotto che porta le pizze. Tutte persone che frequenti di solito e non hanno mai dato segni di visibile squilibrio mentale, intendo, almeno finché non tocchi il loro argomento tabù, internet.

Di cui prima magari non ti hanno mai diffusamente parlato, perché sanno che tu ci lavori dentro, e allora, prima di metterti a parte del segreto e della cospirazione, ti hanno studiato per un po’, perché non erano mica certi che non ne facessi anche tu parte. Ma poi, deciso che no, sei una brava persona, solo un po’ ingenua perché non ti accorgi dei molteplici e continui segnali che hai sotto il naso, hanno deciso di illuminarti: e via, si parte con digressioni che descrivono il Grande Complotto, una trama globale che va dagli imballaggi di plastica ai supermercati, alle scie chimiche, ai vaccini che causano l’autismo, al governo Letta, passando per il Papa (vecchio e nuovo), Obama, gli alieni, i terremoti causati dagli esperimenti per il controllo del clima, la rinite allergica, di nuovo gli alieni, la crisi economica mondiale e i Teletubbies.

Di tutto questo il web è ovviamente il perno, il persuasore occulto, perché quasi tutti, dai blogger prezzolati dai vari regimi in maniera nascosta, ai tweet di Jovanotti, ai siti (ovviamente!) dei giornali on line e dell’informazione tradizionale, lì obbediscono alle direttive dei “capi” nascosti di questa cospirazione. Se niente niente tenti di ribattere che la cosa non sta in piedi, sei anche tu parte del complotto (e lo vedi subito che si ritirano inorriditi, mentalmente prendendo nota che allora è per quello che lavori su internet: sei dei loro!). Quindi è inutile tentare di ragionare con il Complottista della rete. Tanto lui sa la verità della rete, che è un grande inganno, un paravento per traffici loschi di gruppi e lobbies potentissime che ci intortano e ci controllano perché noi non scopriamo i loro maneggi. E come ha fatto a scoprirla, chiedi, incuriosito. Che diamine, risponde stupito: l’ha letta su internet, no?

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