ImageImageImageImageImageImageImageImageImageImageImageImageImageImageImageImageImage
Autore

Sempre più inarrestabile l’ascesa della Xiaomi. Il produttore cinese di telefoni e smartphone che nell’ultimo anno ha messo in difficoltà giganti del settore come Samsung e Apple, nell’ultimo esercizio ha registrato, prima delle imposte dello scorso anno, vendite per 74,3 miliardi di yuan (pari a 11,97 miliardi di dollari), con una crescita del 135% su base annua. Lo ha comunicato domenica dal suo account di Sina Weibo (rivale cinese di Twitter) il chief executive Lei Jun. Anche sul fronte delle vendite i numeri sono da capogiro. Solo nel 2014, Xiaomi ha venduto poco più di 61 milioni di smartphone, per un aumento del 227% rispetto al 2013.

Proprio la settimana scorsa il chief executive Lei, che dichiara di controllare il 77,8% dell’azienda da lui creata nel 2010, aveva annunciato un nuovo pacchetto di finanziamenti da 1,1 miliardi di dollari, che hanno portato la capitalizzazione dell’azienda a 45 miliardi di dollari. Al nuovo round di finanziamenti hanno preso parte All-Stars Investment, fondo gestito dall’ex analista di Morgan Stanley Richard Ji, il fondo sovrano di Singapore Gic, la russa Dst Global, e i private cinesi Hopu Investment Management e Yunfeng Capital (quest’ultimo creato dal fondatore di Alibaba Jack Ma). Xiaomi in Cina è paragonata a Apple, e non sempre in senso positivo, per il design e per gli eventi di lancio dei suoi prodotti.

Per il 2015 i vertici dell’azienda, dopo la rapida crescita del mercato degli smartphone Xiaomi in Cina, prevedono una costante innovazione dei propri prodotti e l’espansione della propria presenza in differenti mercati, oltre a quello cinese, per confermare la leadership del marchio oltre il continente asiatico.

SCRITTO DA redazione

©2025 Fondazione per la sostenibilità digitale

Tech Economy 2030 è una testata giornalistica registrata. Registrazione al tribunale di Roma nr. 147 del 20 Luglio 2021

Powered by DTILab  - Designed by Fattoria Creativa - Developed by EHT