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Di Volunia, scienziati e sistemi che mancano…

Autore
Stefano Epifani

Voglio pensare che Volunia sia rivoluzionario. Voglio pensare che rappresenti una nuova frontiera per quello che una volta si chiamava NIR (Network Information Retrieval). Voglio pensare che Marchiori, che ha un curriculum di tutto rispetto, sia davvero sulla buona strada per cambiare la concezione del concetto di ricerca su Internet. Voglio pensarlo anche se tutto sembrerebbe suggerire il contrario.

Ma rimango ottimista e voglio pensarlo ugualmente. Anche se purtroppo Volunia, pure prima di nascere, qualcosa lo ha già dimostrato.

Ha dimostrato e ribadito, ancora una volta, quanta strada debbano fare gli italiani per essere competitivi in un contesto complesso come quello dell’ICT. Ha dimostrato la nostra endemica, patologica, cosmica  incapacità di coniugare le buone idee che spesso vengono dall’università con la capacità imprenditoriale necessaria per realizzarle.  Perché non basta un’idea innovativa per fare di un sogno un progetto; non è sufficiente un algoritmo rivoluzionario  per trasformare un’intuizione in un’impresa.  Serve la capacità (e l’umiltà) di comprendere che non si può saper fare tutto. Dietro ogni idea innovativa c’è spesso uno scienziato come Marchiori, ma dietro le idee che funzionano c’ è sempre una squadra. Una squadra fatta di scienziati e di tecnici, certo, ma anche – e forse paradossalmente soprattutto – di esperti di business modeling, di uomini marketing, di specialisti della comunicazione, di persone abituate a muoversi in un contesto che non sancirà il successo o il fallimento di una iniziativa semplicemente in virtù della sua “italianità” ma in base a valutazioni diverse, e più complesse.

È piena la storia delle tecnologie di esempi che dimostrano come non basti una buona idea. Di come non sia sufficiente un buon prodotto per avere successo. Di come a volte il marketing faccia agio sulla qualità tecnica. Per riuscire servono competenze vaste e differenziate. Competenze che sinora, per quello che abbiamo visto, non ci sono. La presentazione di oggi non ha dimostrato l’entusiasmo di uno scienziato che vede la sua idea realizzarsi. Ha visto invece lo spettacolo di un uomo solo – e impreparato a quello che lo aspetta – che annaspa in un mondo non suo. In una realtà che al primo errore lo sbranerà senza complimenti.

Non serve oggi a Marchiori il buonismo di quanti con indulgenza lodano l’idea, serve invece il monito di quanti hanno il dovere di avvisarlo, di quanti devono spingerlo a non bruciarla con una realizzazione inconsistente o inadeguata. Tutti speriamo che Volunia sia rivoluzionario. Tutti contiamo sul fatto che sia un grande successo. Tutti facciamo il tifo per Marchiori. Ma tutti, in fondo, sappiamo che per avere successo Volunia richiederà ben altro che una buona idea. Richiederà una squadra, e richiederebbe anche un Sistema Paese in grado di supportarla.

Quella parte di squadra che avrebbe dovuto occuparsi del lancio di certo ancora non si è vista, ed il Sistema Paese non si costruisce certo in un giorno. La Silicon Valley è il risultato di un mix difficile da riprodurre: un mix fatto di ricerca ed imprenditorialità, di supporto dello Stato e di presenza di investitori dinamici, di capacità e di coraggio. Molte di queste cose, in Italia, semplicemente non ci sono. Alcune Marchiori probabilmente le ha trovate. Per altre ancora …dobbiamo attrezzarci.

Il nome di Volunia richiama la Luna, ma non basterà certo il coraggio dell’Orlando Fuorioso per raggiungerla. Marchiori è evidentemente una persona coraggiosa ed innamorata del suo Paese. Speriamo che non si aspetti che il Paese lo ricambi, per trasformare Volunia da un sogno in un progetto. Speriamo che trovi la squadra necessaria e che quella squadra si dimostri all’altezza della sfida che la aspetta.

E speriamo che i cento, i mille Marchiori che ci sono in Italia trovino prima o poi il modo di fare sistema. Quel sistema che  il Sistema Paese ancora non ha fatto.

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SCRITTO DA Stefano Epifani

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