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Proposta di legge sulle intercettazioni: Apple si schiera contro il governo UK

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redazione

Apple dichiara apertamente la sua opposizione alla proposta di legge presentata al parlamento inglese nel mese di novembre che prevede una estenzione e il rafforzamento dei poteri del governo in termini di sorveglianza degli utenti. Obiettivo dichiarato del documento è quello di poter combattere più efficacemente le minacce criminali e terroristiche ma, secondo Cupertino, il testo sarebbe passibile di diverse interpretazioni che potrebbero mettere a rischio la sicurezza, invece che garantirla.

La materia è delicata e non è neppure la prima volta che i colossi della rete e i governi si “scontrano” sugli aspetti di security: all’indomani dello scoppio dello scandalo Datagate per effetto delle dichiarazioni di Edward Snowden, negli stessi Stati Uniti era stato il capo dell’ FBI James Comey a rivendicare la difficoltà per il governo di realizzare azioni di controllo dopo l’adozione di crittografia avanzata da parte di Apple e soci.

Ora è il turno dell’Inghilterra, riporta il Guardian, contro cui si scaglia Apple e non solo: il colosso di Cupertino, come ha più volte fatto in America, difende i provvedimenti a tutela dei propri utenti come quelli che interessano iMessage: le nuove regole proposte dal governo inglese limiterebbero la crittografia end-to-end, utilizzata per cifrare proprio le conversazioni su iMessage e FaceTime, tutelando così la privacy di chi li utilizza. Grazie a questo sistema neppure Cupertino può “leggere” il contenuto dei messaggi scambiati e, ovviamente, lo stesso accade alle agenzie governative. Ma se i governi costringessero le big a lasciare “backdoor” per permettere di accedere ai contenuti, che è la proposta della legge inglese, questo metterebbe a repentaglio la sicurezza dei sistemi stessi. “La creazione di backdoor per le intercettazioni andrebbero a indebolire le protezioni presenti nei prodotti Apple e questo metterebbe in pericolo tutti i nostri clienti” scrive l’azienda. “Una chiave lasciata sotto lo zerbino non starebbe lì, a disposizione, solo per i buoni. La troverebbero anche i maleintenzionati.” 

Apple si oppone anche ad un’altra sezione del progetto di legge inglese. Con il nuovo disegno i servizi di sicurezza possono penetrare in computer e telefoni dei cittadini e, soprattutto, le aziende dovranno collaborare con il governo. Ma in Apple, e in molte altre aziende web e tech, il ricordo e le perdite di cosa è successo l’ultima volta che si sono prestate a collaborare con i governi cadendo nello scandalo Datagate, è ancora molto fresco.

Apple non sarebbe la sola ad opporsi alla proposta: secondo la BBC, anche Microsoft, Facebook, Google, Yahoo e Twitter avrebbero presentato rimostranze.

 

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SCRITTO DA redazione

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